NERO DI TROIA

Caratteristiche

L’uva Nero di Troia è una varietà di uva a bacca nera diffusa in Puglia. Insieme al Primitivo e al Negramaro è tra i grandi vitigni autoctoni della Regione. Prende il nome sia dalla sua importante carica polifenolica, che gli conferisce un colore rosso rubino intenso che, a volte, può sembrare “nero”, sia dalle sue origini storiche.
La leggenda, infatti, vuole che l’eroe greco Diomede, terminata la guerra di Troia, navigasse il mar Adriatico fino a risalire il fiume Ofanto e lì, trovato il luogo ideale, vi ancorasse la sua nave.
Diomede aveva portato con sé dei tralci di vite che, piantati sulle rive dell’Ofanto, diedero vita all’Uva di Troia. La leggenda si ritrova anche in lavori ampelografici (ad es. S. Del Gaudio e L. Ciasca, “Principali vitigni da vino coltivati in Italia”, 1960), che parlano dell’Uva di Troia come «originaria dell’Asia minore (Troia) e importata dagli antichi Greci in Puglia».

Altre ipotesi fanno derivare il nome dell’Uva di Troia dalla cittadina pugliese di Troia, appunto, in provincia di Foggia o, ancora, dalla città albanese di Kruja o Cruja (il cui nome sarebbe poi stato vernacolizzato in “Troia”) o, infine, dalla regione galizio-catalana della Rioja.
Quest’ultima ipotesi fa riferimento agli anni della dominazione spagnola in Puglia e, in particolare, al periodo della giurisdizione a Troia di Don Alfonso d’Avalos (1745). Notando che i suoi nuovi possedimenti avevano le caratteristiche idonee alla coltivazione della vite, Don Alfonso decise di impiantarvi vigneti e, in particolare, una varietà di vite proveniente dal suo paese di origine. In breve tempo, ne ottenne un vino molto apprezzato, che acquistò notorietà e fama sotto il nome di Nero di Troia.Il Nero di Troia è stato per lungo tempo un vitigno relegato a rafforzare i vini più deboli di corpo e colore. Solo in tempi recenti ha iniziato a ricevere i giusti riconoscimenti, poiché si è dimostrato che vinificandolo in purezza si ottengono vini di assoluto pregio e finezza.
Il vino che si ottiene al termine dell’affinamento, infatti, presenta una profonda densità di colore, dalle tonalità rosso rubino intenso, con tannini eleganti, carattere austero, dal gusto speziato anche senza passaggio in barrique, con sentori di more e liquirizia, note balsamiche, a volte erbacee.
Da’ ottimi risultati anche vinificato in rosato, producendo vini eleganti e raffinati, dalle corpose sensazioni olfattive di frutti e spezie.

Zone di coltivazione

Oggi l’uva di Troia è coltivata in tutto il nord della Puglia dalla provincia di Foggia fino a quella di Bari.

Esistono almeno due differenti biotipi: uno con grappolo ed acini più grandi, l’altro più piccoli.

Il Nero di Troia matura ai primi di ottobre e si presenta con grappoli piramidali semplici o alati, di grandi dimensioni e media compattezza. Gli acini sono sferici e di medie dimensioni, con buccia molto pruinosa e spessa, di colore nero-violetto, e acini carnosi e dolci. Ha rese medio-basse, ma presenta un’ottima adattabilità a tutti i terreni e forme di allevamento. Sopporta bene l’oidio,  ma ha problemi con la peronospora.

Ritroviamo l’uva di Troia nel Castel del Monte Nero di Troia riserva DOCG, nel Cacc’e Mmitte di Lucera DOC, nel Canosa Rosso DOC, nel Cerignola DOC,  nelle IGT Puglia e Daunia.

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